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«Ecco perché dopo quattro mesi amo il mio T210VM più del primo giorno», parola di armatore

Riportiamo integralmente la lettera che Walther Tujach, armatore di un Tuccoli T210 VM, ha inviato ad Alessandro Degl’Innocenti, responsabile marketing del cantiere, per descrivere la sua esperienza dopo quattro mesi. Nonostante il permesso di tagliare ciò che volevamo abbiamo lasciato intatta tutta la sua relazione. Ecco le sue parole.   

«Ciao Ale,

ti scrivo la pura verità, poi taglia e cuci tu a piacimento hai il permesso. Sono passati quattro mesi dalla consegna della “mia barca”, il secondo Tuccoli T210 VM. Da subito l’ho sentita mia, per il continuo dialogo con il cantiere per avere le modifiche che volevo e per le quali ringrazio tutti, dal primo all’ultimo collaboratore, per la pazienza. Durante la prima visita in cantiere mi hanno accolto come una famiglia nella realizzazione dello scafo.

Tuccoli T210 VM
Il Tuccoli T210 VM in navigazione

Come naviga un Tuccoli 

Ora passiamo alla parte interessante: come naviga, come la senti sotto i piedi. Dopo quattro mesi le prime valutazioni. Io da sempre in barca ci faccio un po’ di tutto: traina, canna da natante, pesca ai calamari.

Iniziamo dalla traina la barca. Alle minime velocità non rolla nonostante la V di carena molto profonda. La seduta è molto comoda per tutte le operazioni e ci stiamo tranquillamente sistemati in due e la cosa da non sottovalutare è che i portacanne a trincarino sono subito a portata di mano per tutte le regolazioni, se peschi, come nel mio caso, col piombo guardiano.

Io sulla mia ho scelto la seduta studiata da Marco (Volpi, ndr) vista l’amicizia che ci lega e devo dire che come funzionalità è incredibile, ci sta di tutto e tutto sempre asciutto e senza umidità.

La vasca del vivo inizialmente la vedevo piccolina, ma posso confermare che cinque sugarelli ci vivono tranquillamente per ore, per l’aguglia sono attrezzato diversamente, ma di mio. 

All’ancora, ancora

La pesca all’ancora è stata la sorpresa più bella, essendo un agonista di questa disciplina è la pesca che pratico di più. Dove vivo, a Trieste, il vento termico praticamente ogni giorno ci fa visita.

La barca ancorata durante le battute di sgombri risulta funzionale al massimo, stabile, priva di sbandamenti anche in due sulla stessa murata. Il pozzetto è generoso e anche se almeno due box termici Igloo e le pasture sono sempre presenti, si pesca tranquillamente senza la sensazione del casino. I gavoni generosi e asciutti mi permettono di riporre le attrezzature di contorno

Passiamo alla consolle, la parte che io sfrutto al massimo: ci sta di tutto, non cade niente e tutto è a portata di mano, riparato dal T-top che trovo ben progettato e funzionale al massimo: ripara dal sole molto bene e il plexiglass della consolle ti permette le uscite invernali senza prendere né schizzi né vento freddo.

Il gavone di prua è il punto forte del mio T210: ci ho messo di tutto dentro, anche mia suocera.

gavone Tuccoli T210 VM
Il gavone di prua del Tuccoli T210 VM

Mmmh, bella soda…

Tutta la barca, quando si picchia con le nocche la senti piena, il calpestio sembra di cemento, dove batti suona denso e compatto: lo standard costruttivo mi ha altamente stupito.

Ora, in quattro mesi un po’ di mare ne ho preso e sempre in sicurezza e con la sensazione di solidità

Il primo battesimo è stato ad agosto con una sciroccata, ero fuori a 12 miglia e rientravo con mare formato di mascone senza mai diventar matto con regolazioni di trim e di flap. La barca navigava senza né picchiare e né sbandare, sembrava di surfare sulle onde, e quella V di carena molto profonda ti permette anche di spingere sul gas in tutta sicurezza.

A Trieste c’è la bora

Il secondo battesimo doveva arrivare ed è arrivato, per noi triestini la “bora”

La barca mi ha sorpreso e meravigliato, con 25 nodi di bora navigavo a 18 nodi senza esasperazioni. Chi conosce il mio golfo sa che le onde non hanno una direzione continua, la bora soffia irregolare da est-nord-est con raffiche da diverse direzioni.

Navigavo con la sensazione di solidità sotto i piedi, la barca mi ha sorpreso, la carena spezzava le onde senza contraccolpi: in sostanza una navigazione, dal mio punto di vista, al di sopra delle aspettative.

Walther Tujach a bordo del suo Tuccoli T210 VM

Non c’è rosa senza spine (ma poche poche…)

Passiamo alle cose negative perché la perfezione non esiste. La mia è la T210 VM numero 2 e qualche cambiamento va apportato, ma tutte cose di poca importanza: il filtro decantatore più a portata di mano, qualche guarnizione da rivedere, ma la qualità e la struttura sono il punto forte di questo fisherman altamente meditteraneo

L’unico consiglio che posso dare a chi ancora non la conosce o chi avesse dei dubbi sulla scelta è: provatela e vivetela tanto e poi capirete che scafo avete sotto i piedi.

Ecco Ale solo pura è sana verità.

Ultima cosa, ci aggiorniamo su come fare per gli interventi che abbiamo visto assieme.

Grazie, un abbraccio.

Walther»

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